Il 24 maggio 2024, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato formalmente l’accordo relativo alla proposta di direttiva della Commissione sulla due diligence, la cosiddetta CSDDD, Corporate Sustainability Due Diligence directive, che obbliga le grandi aziende a mitigare il proprio impatto negativo sui diritti umani e sull’ambiente.
Lo scorso 24 aprile 2024 era stato dato il via libera dal Parlamento europeo ed ora manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione. Entrerà in vigore dopo 20 giorni e gli Stati membri avranno a disposizione due anni per recepire le nuove disposizioni.
L’obiettivo
La direttiva mira a promuovere comportamenti societari sostenibili e responsabili.
Come si legge sul sito istituzionale della Commissione Europea, i vantaggi delle nuove disposizioni riguarderanno:
- i cittadini, mediante una migliore tutela dei diritti umani, compresi quelli dei lavoratori, un ambiente più sano, un aumento della fiducia nelle imprese, una maggiore trasparenza ed un migliore accesso alla giustizia;
- le aziende, attraverso la creazione di un quadro giuridico armonizzato nell’Unione, una migliore gestione del rischio, una maggiore attrattiva degli investitori orientati alla sostenibilità, un incremento degli incentivi all’innovazione, ed un migliore accesso ai finanziamenti;
- i Paesi in via di sviluppo, mediante una migliore tutela dei diritti umani e dell’ambiente, investimenti sostenibili, ed un miglioramento delle condizioni di vita delle persone.
L’iniziativa si inserisce nella transizione verso un’economia sostenibile nell’ambito della quale si ritiene che le imprese svolgano un ruolo determinante
A chi si applicheranno le nuove regole?
Le nuove disposizioni, che verranno applicate gradualmente, riguarderanno:
- le grandi società dell'UE & partnership (circa 6.000 aziende), con oltre 1000 dipendenti ed un fatturato superiore a 450 milioni di euro (netto) in tutto il mondo;
- Le grandi imprese di paesi terzi: (circa 900 aziende) con fatturato superiore a 450 milioni di euro (netto) nell'UE.
Le microimprese e le PMI non sono coinvolte dalle norme. Tuttavia, sono previste misure di sostegno e di protezione per le PMI che potrebbero essere indirettamente interessate in quanto partner commerciali nelle catene del valore.
Cosa prevede la direttiva?
Viene introdotto un dovere di diligenza delle imprese che dovrà essere integrato nelle politiche aziendali. In particolare, queste dovranno:
- individuare ed affrontare gli impatti negativi potenziali ed effettivi sui diritti umani e sull’ambiente nelle proprie attività e in quelle dei partner commerciali;
- adottare, con massimo impegno, un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici in linea con l’obiettivo della neutralità climatica fissato per il 2050 dall’Accordo di Parigi, nonché con gli obiettivi intermedi fissati negli ulteriori provvedimenti europei sul clima.
Come verranno applicate le nuove disposizioni?
La direttiva prevede l’introduzione di:
- una sorveglianza amministrativa: è prevista la creazione di autorità nazionali incaricate di sorvegliare il rispetto delle norme, con poteri di emettere provvedimenti inibitori e sanzioni; verrà istituita, a livello comunitario, una rete europea delle autorità di vigilanza, che riunirà i rappresentanti delle autorità nazionali, in modo da attuare una cooperazione e consentire lo scambio delle buone pratiche;
- un sistema di responsabilità civile: gli Stati membri dovranno garantire che le vittime ottengano un risarcimento integrale dei danni derivante da una mancata diligenza, intenzionale o colposa.